Fristinghi, frustenghe e bostrenghi |
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Sembra un gioco di parole, mentre in realtà si tratta di tre dolci caratteristici della nostra tradizione. Se non si rischiasse di confondere ancora di più le idee si potrebbe aggiungere che il fristingo è conosciuto, in alcune zone, con i nomi di frustingo, frustingu, fristingu, frestinghe e altri sinonimi dialettali la cui trascrizione è possibile solo ricorrendo all'alfabeto fonetico, ma è meglio soprassedere. Cambiano i nomi, cambia qualche ingrediente e questo succede non solo passando di provincia in provincia ma già di paese in paese e di casa in casa. Quello che non cambia è che ogni variante di questi prodotti racchiude tanta storia e altrettanto gusto. Il fristingo, per cominciare, è un dolce tipico della tradizione natalizia delle province di Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno. Si presenta di colore bruno e di aspetto compatto; ricorda vagamente il panforte. È un dolce ricchissimo: scorrendo la lunga lista degli ingredienti, troviamo: fichi secchi, uva sultanina, canditi, mandorle tostate, noci, noce moscata, cannella, caffè, liquore all'anice, limone, miele, pane grattugiato, farina di grano tenero e olio extravergine di oliva. Non lo si può sicuramente definire un dolce dietetico, ma la presenza dell'olio extravergine di oliva quale unico grasso lo rende assai più digeribile di quello che si potrebbe pensare. Ma vediamo come si prepara. Bisogna, prima di tutto, bagnare e bollire i fichi secchi prima di unirli all'insieme degli altri ingredienti. Quindi, si mescola accuratamente l'impasto così ottenuto con la farina di frumento ed pane grattugiato. Quando si sarà ottenuta una certa consistenza, si porrà il tutto in un tegame da forno precedentemente unto con olio d'oliva. La cottura, da effettuare ad una temperatura di 150°, si considera ultimata quando il fristingo assume, esternamente, una colorazione bruno-dorata. |
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Si serve una volta che si è ben raffreddato e si presta anche ad essere conservato per lunghi periodi. La frustenga è per alcuni aspetti simile al fristingo, avendo in comune con esso alcuni ingredienti (fichi secchi, uva sultanina, noci, olio e pane grattugiato). Se ne differenzia, tuttavia, per alcune caratteristiche che lo rendono veramente particolare. La farina utilizzata non è infatti quella di grano tenero, generalmente utilizzata per i dolci, bensì quella di mais tant'è che per questo dolce si può azzardare la definizione di "polenta farcita". Altri caratteri distintivi della frustenga, rispetto al fristingo, sono la presenza delle mele e la possibilità di gustare questo dolce anche caldo, direttamente servito sul tagliere della polenta. Anche la diffusione geografica del prodotto è leggermente diversa in quanto la frustenga è tradizionale di una zona più settentrionale che arriva fino alla provincia di Ancona mentre non è diffusa nell'Ascolano. |
Salendo ancora a nord di qualche decina di chilometri, si arriva nella provincia di Pesare e Urbino dove, soprattutto nelle zone montane, troviamo un dolce ancora tanto simile e allo stesso tempo tanto diverso dai due che abbiamo descritto poc'anzi: il bostrengo. Anch'esso tipico del periodo invernale, come ci dice anche un antico proverbio del luogo: "Piov e neng, tutt I vecchie fann el bostreng" (Piove e nevica, tutte le vecchie fanno il bostrengo). È legato, in particolar modo, alla festività della Madonna di Loreto, che cade il 10 dicembre. Cambia ancora la farina utilizzata: in questo caso si usa la farina di castagne, che viene abbinata, nell'impasto, al riso. Gli altri ingredienti sono in parte comuni al fri-stingo ed alla frustenga (la cannella, la frutta secca, l'uva sultanina, il miele), in parte nuovi come il cioccolato e le bucce di agrumi grattugiate o sminuzzate. Infine, va osservata la presenza di tre ingredienti di origine animale: il latte, il burro e lo strutto che contribuiscono a differenziare ulteriormente questo prodotto. È evidente come gli ingredienti siano diversi da zona a zona un po' per un fatto squisitamente attinente al gusto ma, soprattutto, in base alla disponibilità delle materie prime in ciascun luogo di produzione. Fristinghi, frustenghe e bostrenghi, quindi. Difficile dire quale sia il prodotto migliore, ciascuno valuterà in base al proprio gusto sapendo che il risultato finale sarà sempre diverso in base alla mano del cuoco, del pasticcere, del fornaio o della massaia e all'attenzione che sarà stata prestata nella scelta delle materie prime. |