C'era una volta la colazione |
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Non è l'inizio di una fiaba ma potrebbe anche esserlo per come siamo ormai abituati a saltare questo antico rito sostituendolo con un frettoloso caffè al bar, magari accompagnato da un bel cornetto industriale (identico da Aosta a Caltanissetta) soddisfatti di poter accumulare col minimo sforzo la "giusta" quantità di calorie per arrivare ben sazi fino all'ora di pranzo. Non staremo qui a ripetere quanto sia importante fare la prima colazione in casa, sia dal punto di vista nutrizionale che della socializzazione familiare e quanto sia importante scegliere oculatamente le varie tipologie di alimenti e dosarle con equilibrio. Andremo invece a conoscere alcuni alimenti che possono aiutarci a riscoprire il gusto di fare una vera prima colazione accontentando, in un sol colpo, nutrizionisti, sociologi e soprattutto ... il nostro palato. Una volta i bambini avevano a disposizione in qualsiasi momento latte "alla spina". Sicuramente c'era una poesia unica nel bere il latte appena munto (i bambini più grandicelli, poi, se lo mungevano da soli) ma quanto all'igiene ... qualcosa da obiettare ci sarebbe stato. Oggi comunque, con le moderni reti distributive, nelle Marche si dispone, a poche ore dalla mungitura, di un ottimo latte fresco con garanzie igieniche infinitamente superiori a quelle di un tempo. Ciò che è cambiato, semmai, sono le tecniche di alimentazione e di allevamento degli animali; ma questo è un problema che non riguarda solo il latte e possiamo affermare tranquillamente che anche da questo punto di vista le Marche se la passano relativamente bene rispetto ad altre regioni. |
Latte quindi come materia prima essenziale per la colazione di una volta sia dei bambini che dei grandi (eventualmente colorato con un po' di "caffè d'orzo"). La parte solida della colazione era costituita dal pane fatto in casa; anzi la colazione era il momento ideale per lo "smaltimento" del pane raffermo che veniva ammorbi-dito nel latte o abbrustolito sulla brace. Una ghiottoneria consisteva nello spalmare sul pane la panna che affiorava dal latte quando veniva bollito (la bollitura era l'unica pratica igienica effettuata sul latte). Ma oltre al pane, non era raro che sulle tavole apparecchiate del mattino comparissero biscotti, ciambelle e ciambelloni. Facciamo dunque un rapido excursus tra i prodotti tradizionali che rallegravano la colazione dei nostri nonni e che oggi possono rappresentare una valida alternativa a merendine e affini. |
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Il più conosciuto è senza dubbio il ciambellone; un dolce dall'aspetto di una torta ben lievitata a base di: farina, uova, zucchero, latte, strutto o burro, buccia di limone, lievito e bicarbonato. Ce n'è anche una versione più rustica, diffusa nel Montefeltro, che si caratterizza per l'assenza di grassi e che viene chiamata biscott. Esistono poi svariati tipi di ciambelle tra cui sono caratteristiche quelle all'anice dette anche anicini o quelle frastagliate, chiamate anche "strozzose" per la loro asciuttezza tanto da richiedere l'aiuto di una tazza di latte caldo o, se servite a fine pasto, di un buon bicchiere di vino cotto. Passando ai biscotti, troviamo quindi i gustosissimi anicetti a base di farina, strutto, semi di anice, zucchero, latte e uova da non confondersi con gli anicini che, abbiamo visto, sono delle ciambelle. Assai apprezzati sono anche i biscotti di mosto, che vengono prodotti nella maggior parte del territorio regionale. Si utilizza mosto di giornata che viene mescolato con farina di grano tenero, olio d'oliva, zucchero, anice e lievito. Dopo alcune ore di fermentazione, si formano dei panetti di colore bruno che vengono cotti al forno. A questo punto, il pane così ottenuto può essere consumato tal quale, una volta raffreddato, oppure lo si può tagliare a fette e biscottarlo. Per concludere, infine, parleremo di un prodotto che ai più anziani farà tornare alla memoria tempi bui e mai abbastanza dimenticati. Si tratta dei biscottini sciroppati, detti anche biscutin. |
I tristi ricordi derivano dal fatto che questi biscotti, essendo sciroppati e pertanto in grado di conservarsi a lungo in barattoli di vetro, facevano parte dei pacchi inviati dai familiari ai soldati al fronte durante la guerra. I biscutin si presentano di aspetto cilindrico, schiacciati ai poli, con un diametro di 4-5 centimetri e un peso di 20-25 grammi. All'esterno sono ricoperti da una glassa di acqua, zucchero, buccia di limone grattugiata, farina, uovo e olio d'oliva. Questi biscotti racchiudono una serie di contrasti che li rende particolarmente appetibili. La dolcezza della glassa è mitigata dalla freschezza del limone, mentre la fragranza del biscotto annega nella densità dello sciroppo di acqua, zucchero e limone. La zona di produzione di questo prodotto è circoscritta ad alcuni comuni del pesarese, in particolare a quello di Fratte Rosa. Vista la particolarità del prodotto, vale senz'altro la pena andarne alla ricerca e scoprire, con l'occasione, delle zone ancora troppo poco conosciute della nostra regione. |