EREMO DI SAN LEONARDO

Testo e fotografie

  LOCALITA'   MONTI SIBILLINI

MC

Regione Marche Ass.Turismo
  TEMPO DI PERCORRENZA   1 ORA E 15 MINUTI A PIEDI (SOLO ANDATA)

E

 
  SEGNALETICA   SENTIERO GUIDATO  
  GRADO DI DIFFICOLTA'   ESCURSIONISTICO  

 

COME ARRIVARE

 

Si imbocca la statale n. 210 che da Porto Sant'Elpidio porta ad Amandola e da qui si raggiunge Montefortino e quindi la frazione Rubbiano, da dove parte una lunga strada (km 2,5) al termine della quale si parcheggia. Da qui a piedi si raggiunge l'antro delle Pisciarelle e si avanza tra le pareti di uno stretto canyon. Si risale il sentiero che a destra si inoltra nella stretta gola dell'infernaccio oltre la quale diventa una sterrata che, risalendo sulla destra la faggeta, porta all'Eremo di San Leonardo.


DESCRIZIONE

 
 

In un ambiente naturale selvaggio e ricco di acque (il fiume Tenna, le numerose "pisciarelle", la cascata "dell'Amore" sul fosso il Rio), caratterizzato da profonde e strette gole e da una fitta vegetazione arborea di tassi, aceri e faggi, si può ammirare, alto su di un aereo sperone che sembra congiungere i due versanti della stretta gola, il moderno Eremo di San Leonardo ricostruito sui resti di un antico romitorio benedettino. La chiesa e l'annessa abitazione sono state edificate a partire dalla fine degli anni Sessanta dal cappuccino Fra' Pietro, il combattivo "muratore di Dio"(come viene definito da queste parti), che da oltre 30 anni vive in questi luoghi impervi. A lui si deve, oltre al radicale intervento edilizio sui resti dell'antico eremo, la captazione dell'acqua del Fosso il Rio tramite un acquedotto e la sistemazione e la coltivazione degli orti sorretti da alti muri a secco.

PER SAPERNE DI PIU'

 
 

A causa del paesaggio orrido, la fantasia popolare ha indicato il sito con il termine Infernaccio,  ma il suo nome antico era Volubrio,  termine dal significato incerto, forse derivante dal latino delubrum, ovvero luogo sacro, santuario acquatico per espiazioni e purificazioni. Fin dai primi secoli del medioevo nella zona è documentato un insediamento fortificato e nel 1066, in seguito ad un aspro scontro con Vìsso, gli abitanti  di Montefortino  fortificarono San Leonardo che da allora divenne Castrum de Volubrio. Come documentato da una donazione di una certa  Drusiana, numerosi beni e pertinenze come chiese, castelli, ville e molini, furono acquisiti dall'Eremo del Volubrio, all'epoca  dipendente dal lontano cenobio di Fonte Avellana sul Monte Catria.

 

 

 

Nel XII secolo è attestata la presenza stabile di un priore  e di sei monaci ma, con il passare  del tempo, i monaci in inverno preferirono trasferirsi in paese. Nei primi decenni del  Cinquecento il romitorio fu ceduto  ai religiosi  della  Compagnia  di San  Romualdo  fondata  dal  Beato  Paolo Giustiniani, meglio conosciuti come Eremiti Camaldolesi di Monte Corona, che lo tennero fino al 1572 quando, a causa della ".. .rigidezza et asprezza del luogo, et neve quasi insopportabile", decisero di abbandonarlo. I beni dell'eremo furono definitivamente alienati dallo stato italiano nel 1861 e acquistati da privati. Da allora iniziò la decadenza dell'edificio, utilizzato come stalla e deposito di attrezzi, fino alla quasi completa rovina.

 

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