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CORINALDO |
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Testi e fotografie: Vikipedia • Comune di Corinaldo |
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www.corinaldo.it |
Corinaldo è un
comune italiano di 4 867 abitanti della provincia di Ancona. |
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Il nome di Corinaldo deriva probabilmente da "Curia di Rinaldo", antico nome longobardo che il primo nucleo abitato doveva avere in epoca altomedievale. Quest'ipotesi è stata avanzata solo recentemente: precedentemente si credeva che il nome Corinaldo derivasse da "Corri in alto", ipotetica esclamazione che i cittadini romani superstiti dell'antica città romana di Suasa avrebbero pronunciato al momento di abbandonare la città romana distrutta, che si trova a fondovalle, per salire in una delle vicine colline, militarmente più difendibili, su cui poi avrebbero edificato il paese di Corinaldo. Altra ipotesi diffusa sull'origine del nome è che esso derivi da "Cor in alto". Queste due ipotesi, seppur suggestive, sono attualmente ritenute fantasiose e infondate. |
«Arsa e distrutta
dall'empio Alarico, la bella e famosa città di Suasa, l'anno della
nostra salute 409, come fu scritto, quelli che dagli incendi
avanzarono per salvarsi, fuggirono verso il vento Cecias dentro i
vicini colli, l'anno del parto della Vergine 411 diedero principio a
fabbricare una città formata con regole e disegno di architettura la
chiamarono Corinaldo, quasi curre in altum» Così scriveva a
proposito delle origini di Corinaldo nei primi anni del secolo XVII
Vincenzo Maria Cimarelli, frate domenicano, insigne storico, maestro
di umane lettere, inquisitore del Santo Uffizio. |
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Con tutta probabilità la città di Corinaldo è sorta agli inizi del secondo millennio, in seguito al diffuso fenomeno dell'incastellamento. Lo stemma della città contiene una corona turrita, le chiavi incrociate di San Pietro e i sei colli. Su di esso è posta la frase Cineribus orta combusta revixi. |
La piaggia e il pozzo della polenta |
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La piaggia e il
pozzo dellapolenta posto al centro di via La Piaggia, il Pozzo della
Polenta fu fatto costruire dal tiranno di Corinaldo Antonello
Accattabriga, nella seconda metà del ‘400 per approvvigionare le
abitazioni limitrofe e successivamente interrato con la
ristrutturazione della scalinata nei primi anni del ‘900. |
La diceria che voleva far passare i corinaldesi come “picchiatelli” e “polentari” superò in breve i confini dell’intera regione. Da “picchiatelli” a geniali il passo è breve. La storiella è presto diventata lo spunto per l’annuale rievocazione storica in costume del Cinquecento “La Contesa del Pozzo della Polenta” che, iniziata alla fine degli anni ’70, si svolge la terza domenica di luglio ed è la più antica rievocazione storica della provincia di Ancona. |
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Chiesa dell'Addolorata |
Nel 1555 venne
eretto i questo luogo, a ridosso delle mura cittadine, ove già
sorgeva la demolita rocca, un convento per le suore benedettine. Il
complesso venne rifatto negli anni successivi al 1637. La relativa
chiesa, inizialmente dedicata a Sant'Anna, di forma rettangolare,
venne demolita intorno al 1730 per insalubrità dovuta all'umidità
che si infiltrava dalle mura. Venne così ricostruita tra il 1740 e
il 1755 con l'edificio odierno. Venne consacrata dal vescovo di
Senigallia Ippolito Rossi di San Secondo il 30 settembre 1755. |
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Nella cantoria lignea sopra la porta d'ingresso è situato il pregevole organo del 1766, opera di Gaetano Antonio Callido, che aveva una figlia tra le suore del convento benedettino. La facciata venne realizzata nel primo ventennio del XIX secolo, composta come un arco di trionfo, è iscritta tra due coppie di paraste che reggono un frontone curvilineo. |
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Santuario Diocesano di Santa Maria Goretti |
La chiesa di San Nicolò, nota come chiesa di Sant'Agostino, ora santuario di santa Maria Goretti, e l’adiacente ex monastero vennero costruiti nelle forme attuali nel corso del XVIII secolo. Precede il convento la chiesa la cui costruzione risale agli anni 1740-1756, mentre l’edificio monastico fu realizzato tra il 1767 e il 1780 su disegno dell’architetto corinaldese Giuseppe Carbonari Geminiani. L'antica chiesa medievale di San Nicolò , rimase inglobata nell’edificio conventuale in occasione della nuova edificazione settecentesca. Di questa chiesa, che oggi ospita al piano inferiore la sala del costume ed in quello superiore la Biblioteca comunale, rimane traccia nella parte dell’edificio rotondeggiante posizionato all’inizio di via del velluto, che in origine doveva essere la sua abside. Questa chiesa, al pari di altri complessi architettonici appartenenti ad altri ordini religiosi soppressi, prima dal regno napoleonico e poi successivamente all’annessione al regno d’Italia, venne sottratta agli eremitani agostiniani e passò tra i beni dello Stato di cui ancora fa parte. |
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L'attuale edificio
ha un elegante facciata in laterizio con lesene le cui basi e
capitelli sono in calcare. L'interno ad un unica navata, a croce
latina, con cupola e lanterna nell’area del transetto, è un bell'
esempio di tarda architettura barocca, non priva di eleganza nella
varietà degli effetti pittorici e scenografici. Nella chiesa sono
conservate numerose opere d’arte: un’Annunciazione seicentesca,
copia di Federico Barocci, un Martirio di San Bartolomeo di Cesare
Maggeri, una Madonna col Bambino e i Santi Monica, Domenico, Nicola
di Mira, Antonio Abate e Agostino di Carlo Maratta, e affrescate nei
pennacchi sferici della cupola, la Prudenza, la Giustizia, la
Temperanza e la Fortezza. Sopra la porta d’ingresso una grande
cantoria lignea con rivestimento dello stesso materiale, racchiude
un prezioso organo, opera del 1767 di Gaetano Antonio Callido. |
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Teatro Carlo Goldoni |
Rosone del teatro |
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Il Teatro Comunale
Carlo Goldoni venne costruito tra il 1861 e il 1869 in sostituzione
del vecchio e non più adeguato Teatro del Sole nascente, innalzato
nei lontani anni 1736 -1752 su disegno del fabrianese Angelo Birza.
L’attuale struttura fu ideata da Alessandro Pasqui di Firenze, ma
sul suo progetto intervennero anche gli ingegneri Francesco Fellini
e Achille Buffoni . |