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ARQUATA DEL TRONTO |
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Testi: Vikipedia.it |
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www.halleyegov.it/c044006/hh/index.php | ||
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Arquata del Tronto
è l’unico comune d’Europa compreso tra due parchi nazionali, quello
dei Monti Sibillini e quello del Gran Sasso e Monti della Laga. Gli
impianti sciistici delle Forche Canapine (m.1541) si trovano a
ridosso del confine tra Marche e Umbria. |
Durante la stagione estiva è possibile praticare il volo
libero in deltaplano, parapendio e paramotore. |
La rocca di Arquata del Tronto |
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La Rocca di Arquata
del Tronto è una fortezza medioevale eretta come caposaldo preposto
al controllo del territorio, con funzioni tattiche e difensive. La
possente struttura si eleva sulla rupe della zona a nord del centro
urbano di Arquata del Tronto, sede dell'omonimo comune della regione
Marche, nel territorio della provincia di Ascoli Piceno. |
Vigila da secoli sul vasto panorama dell'alta valle del Tronto e su molte frazioni che rientrano nell'ambito di competenza dell'Amministrazione comunale; strategicamente sovrasta la Strada Consolare Salaria, spina dorsale del territorio e del collegamento con Roma, snodo stradale che conduce anche alla città dell'Aquila, dopo aver oltrepassato il centro di Amatrice; raggiunge l'Umbria e si addentra anche verso alcune zone dell'entroterra marchigiano; osserva importanti vie d'accesso che conducono al passo del Galluccio, percorsi che attraversano il paese di Montegallo; la strada che, superando i paesi di Capodacqua, Forca Canapine ed il passo di San Pellegrino, porta alla cittadina di Norcia; un sistema sentieristico che da Piedilama giunge a Comunanza, Petritoli ed arriva a Fermo; infine, controlla un lungo tratto dell'alveo del fiume Tronto, corso d'acqua che separa la catena dei Sibillini dai monti della Laga. |
Chiesa di San Francesco |
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In pochi sanno che nella chiesa di San Francesco, di questa remota località appenninica si trova una copia della Sacra Sindone custodita a Torino. Si tratta di una fedele riproduzione del sacro lino che reca il dipinto della stessa immagine dell'uomo sindonico, flagellato e crocifisso. Il telo si compone di un unico panno tessuto in filo di lino lavorato con trama e ordito perpendicolari. Il lenzuolo, di forma rettangolare (440 cm in lunghezza e 114 cm in altezza), mostra al centro, nello spazio tra le impronte del viso e della nuca, la scritta in stampatello «EXTRACTVM AB ORIGINALI» (estratto dall'originale). La sindone di Arquata fu rinvenuta nel corso di lavori di conservazione e restauro della chiesa dedicata a san Francesco, eseguiti nel XVII secolo. Il telo si trovava piegato e racchiuso in un'urna dorata, nascosta dentro la nicchia di un altare. Esiste una pergamena datata 1º maggio 1655, redatta ad Alba, firmata da Guglielmo Sanzia, cancelliere vescovile e notaio, e Paolo Brizio, vescovo e conte della città piemontese (1642 - 1665), che ne costituisce il certificato di autenticazione. |
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La Sindone di Arquata |
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Nel documento vi è
scritto che nello stesso anno su petizione del vescovo Massimo
Bucciarelli, segretario del cardinale Federico Borromeo, alla
presenza di una commissione incaricata, nella piazza di Castelgrande
di Torino, un lenzuolo di lino di egual misura è stato fatto
combaciare con la Sindone. La reliquia è considerata un prezioso
oggetto di venerazione per tutti i credenti arquatani, poiché la sua
sacralità è stata ricavata dal contatto diretto con il telo funebre
che ha avvolto il corpo di Cristo. |
L'aver posto la copia in un luogo così remoto dello Stato Pontificio conforta la tesi che questa volesse essere una sorta di "copia di sicurezza". Qui i francescani l'hanno custodita gelosamente per secoli, limitando le ostensioni e utilizzandola per le processioni solo in casi eccezionali; l'ultima volta fu in occasione della seconda guerra mondiale. Anche la copia della Sindone d'Arquata, come le altre esistenti, è stata messa di nuovo a contatto con il Sacro Lino torinese. L'ultimo accostamento dei due teli è avvenuto nell'anno 1931 in occasione dell'ostensione della Sindone. Questi contatti hanno lo scopo di rafforzare i poteri sacri delle copie che, secondo la credenza popolare, si trasmettono alle riproduzioni al momento della loro creazione. La reliquia, in perfetto stato di conservazione, è stata protetta in una teca su iniziativa della locale Amministrazione comunale per preservarla da atti vandalici o da possibili furti e si trova permanentemente esposta in chiesa. |
Nel gennaio 2015 sono stati pubblicati i risultati di uno studio
multidisciplinare sulla Sindone di Arquata, condotto dall'Unità
Tecnica Sviluppo di Applicazioni delle Radiazioni del Centro
Ricerche Frascati dell'ENEA, congiuntamente al CNR,
all'Accademia di belle arti di Roma e al Dipartimento di
Ingegneria Elettronica dell'Università degli studi di Tor
Vergata (Roma). |