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CAMERINO Parte Prima |
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Testi: Vikipedia.it |
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www.comune.camerino.mc.it | ||
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La vecchia città, il centro storico accresciuto nei borghi, vive di toni sommessi e caldi; la pietra si alterna al cotto all'intonaco rosato, ocra, arancio. La compattezza, il colore, la grana dell'arenaria variano: da Serrapetrona proveniva pietra rosa; da Morro pietra rossastra; da Massaprofoglio, Valcimarra, Campolarzo pietra biancastra; da San Luca, Mergano, Valeano, Paganico pietra calcarea argillosa. L'uso frequente dei laterizi risolve in gioco di equilibrio arenaria-mattone tutta l'edilizia camerte. Gli agenti atmosferici scavano in continuazione. Pertanto l'intonaco si impone come salvaguardia e decorazione; spessissimo gli edifici presentano portali, zoccolo, capitelli, cornici di porte del morto, mascheroni o solo brani intatti di muro. |
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Così la città conserva toni medi che fondono in ogni stagione con equilibri diversi all'ambiente che la circonda. Architettura e natura prendono vita e fisionomia. Camerino trae dalla stretta interdipendenza tra la compattezza muraria tipico del suo nucleo urbano e l'aspra collina il senso di compiutezza tipico delle creature nate per un luogo, cresciute nell'attività e nella cultura plurisecolare di abitanti attenti e misurati, radicati nella propria città vogliosi di difendere a sé i propri valori. Il volto di Camerino ha il sapore delle cose amorosamente vissute. A nord congiunge la città allo spalto e al declivio collinare una fascia di pini; nella circonvallazione di levante è stato disarmonizzato il rapporto natura-architettura, prima vissuto nelle piante dell'orto botanico, con un lungo filone di alte abitazioni moderne. |
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A chi viene da
Muccia, alta sulla rupe, la città si stringe a castello; a chi
la segue a ovest e nord la linea curva si spezza, si allunga,
sempre più placidamente avvinghiando i movimenti lenti della
collina. Compatte le mura castellane nascono dal profondo; le
abitazioni aprono poche file di finestre, rettangoli eguali
d'ombra sul rosa del mattone, contro il verde dei pini e
l'azzurro del cielo. Fino al monumento a Vitalini e a San
Venanzetto ove le mura del castello si attenuano e nascono i
borghi. |
PALAZZO DUCALE |
Presenta una
parte originaria rimaneggiata alla fine del XIV secolo. Venne
ampliato e completato nella seconda metà del XV secolo su
commissione di Giulio Cesare da Varano in stile rinascimentale.
L'intero palazzo si incentra sull'elegante cortile
quadriportico, forse dovuto al grande architetto militare Baccio
Pontelli[1], attorno al quale si aprono le sale, tra le quali
emerge quella dedicata agli Sposi con affreschi
quattrocenteschi. |
Duomo di Camerino |
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Il duomo,
opera di Andrea Vici e Clemente Folchi, è stato ricostruito
nel primo Ottocento sul luogo dove sorgeva la cattedrale
romanico-gotica distrutta dal terremoto del 1799. Nel
grandioso interno e nelle sagrestie si possono ammirare
pregevoli esemplari della scultura lignea policroma del
Duecento (Crocefisso) e del Quattrocento (Madonna della
Misericordia), oltre a interessanti tele di pittori di
maniera del Seicento. |
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