MACERATA Parte Seconda


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LO SFERISTERIO
     
 

Lo Sferisterio di Macerata è un teatro all'aperto situato nel centro storico di Macerata. Un'arena semicircolare originariamente destinata al gioco del pallone col bracciale, successivamente riadattata a location per concerti e teatro d'opera, l'unico all'aperto con i palchi, di acustica definita perfetta da cantanti e direttori d'orchestra, e sede di taluni festival culturali.
L'edificio è stato progettato nel 1823 dall'architetto neoclassico Ireneo Aleandri (progettista, tra l'altro, del viadotto dell'Ariccia e del Teatro Nuovo "Gian Carlo Menotti" di Spoleto).
Ha una capienza massima di circa 2500 posti (fino a 3000, includendo la balconata) e dal 1967 è noto per la stagione lirica estiva, trasformata nello "Sferisterio Opera Festival" nel 2006 dall'allora direttore artistico Pier Luigi Pizzi, e nel 2012 in "Macerata Opera Festival", dal direttore artistico Francesco Micheli, in carica fino al 2017.

 
LA CATTEDRALE DI SAN GIULIANO
 

Prima della costruzione del duomo, sul terreno su cui poi sorgerà la cattedrale maceratese si trovava una piccola chiesa rurale dedicata a San Giuliano, eretta nel 1022. Tra XIV e XV secolo, a fianco della chiesa venne eretto un secondo edificio, completato nel 1478 dalla costruzione del campanile ancora oggi visibile, di stile gotico fiorito (probabilmente su disegno di Marino di Marco Cedrino). Le due costruzioni presenti, vennero unificate a formare un'unica cattedrale neoclassico nel 1771, su progetto dell'architetto imolese Cosimo Morelli, eseguita a spese dell'allora vescovo di Macerata e Recanati, il forlivese Nicolò dall'Aste. I lavori proseguirono sino al 1790. La facciata, incompiuta, ha i resti di un campanile di scuola gotico-fiorita, eretto nel 1467-1478 ed attribuito a Marino di Marco Cedrino. L'interno della chiesa fu progettato da Cosimo Morelli e risulta essere vasto e luminoso. Nell'abside è posta una pala raffigurante San Giuliano che intercede presso la Madonna col Bambino a causa della minaccia della peste, opera di Cristoforo Unterpergher (1786).

 

 

 

Nelle cappelle laterali sono conservate diverse opere di pregio artistico fra le quali spiccano nella seconda cappella a destra una pala del 1600 raffigurante la Madonna fra santi; un mosaico con san Michele Arcangelo nel transetto destro, eseguito nel 1628.
Sulla cantoria in cornu Epistolae si trova l'organo Gaetano Callido costruito nel 1790 e restaurato dall'organaro Sabatini tra il 1999 e il 2007. Lo strumento, a trasmissione meccanica, presenta due tastiere di 47 tasti con prima ottava corta e una pedaliera a leggio di 20 note. Esiste un secondo organo a canne a trasmissione elettrica di due manuali di 61 note e pedaliera di 32 con 18 registri, costruito da Alessandro Girotto nel 1982, fu collocato inizialmente presso la chiesa di Santa Maria della Consolazione di Piazza Mazzini, sede dei Pueri Cantores di Don Fernando Morresi, nel 1987 ne fece dono alla cattedrale prima della sua morte, trasferito sempre dal costruttore e collocato nel transetto destro del Duomo, per l'accompagnamento dell'assemblea.

 
PALAZZO BUONACCORSI
 

Il palazzo sorge su un'area che, nell'alto medioevo maceratese, costituiva il limite esterno del cosiddetto "Podium Sancti Juliani" il quale, nel 1138 si unì al castrum che dominava dall'alto del colle dando vita al Libero Comune di Macerata. Nel 1200 la stessa area, come tutta la zona circostante, entrò a far parte delle proprietà della famiglia feudale dei Compagnoni, e nel 1300 fu inclusa nella cerchia fortificata cittadina. I Buonaccorsi, in particolar modo Simone, nel corso del XVII secolo ebbero la tendenza a ristabilirsi nella loro terra d'origine e nel 1652, grazie a Buonaccorso divenuto all'epoca chierico di camera, riottennero la nobiltà maceratese.

 

 

 

 

 

 

 

 

Facciata Palazzo Buonaccorsi

 

Il Salone Dell'Eneide

 

Ottenuta così l'affermazione della famiglia, Simone decise di dare alla casata un edificio corrispondente alla sua potenza economica ed al titolo comitale. Nel 1717 aveva speso l'ingente somma di 19.530 scudi ma alla sua morte, avvenuta nel 1743, aveva lasciato ai suoi discendenti un edificio degno di loro e della loro città. Nel 1746, a soli tre anni dalla morte di Raimondo Buonaccorsi, la famiglia ottenne l'ammissione al patriziato di Roma da Papa Benedetto XIV spostando nella Capitale i propri interessi. Nel 1853 un membro della famiglia, Flavio, dopo aver sposato la principessa Angela Chigi, decise di tornare a Macerata e provvide al restauro del palazzo con importanti trasformazioni quali l'inserimento della loggia sul fronte nord. Per il palazzo, utilizzato sia dalla famiglia sia da una serie di affittuari, iniziò un periodo di decadenza, fino all'acquisto da parte del Comune nel 1967.

 

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