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MATELICA Parte Seconda |
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Testi: Vikipedia.it |
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www.comune.matelica.mc.it | ||
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L'edificio, di proprietà della famiglia Scotti di Narni, parenti stretti degli Ottoni, fu acquistato dal Comune di Matelica nel 1606 per avere uffici più funzionali. Al momento dell'acquisto, il palazzo presentava gravi danni alle strutture principali, che mettevano in serio rischio la sua stabilità e la sua permanenza nella piazza principale. Solo alla fine del secolo XIX, dopo un duro lavoro di noti architetti, il palazzo divenne una realtà stabile e sicura. All'interno del palazzo si possono ammirare la lapide di Caio Arrio e una tela raffigurante Sant'Onofrio di Salvatore Rosa. Sotto lo stemma del comune è rappresentata la vergine lauretana protettrice della città. Inoltre, il comune vanta anche il possesso di una raccolta di disegni del ritrattista matelicese Raffaele Fidanza (1797-1846). |
Palazzo comunale |
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Fu costruito nel
1472, per conto di Alessandro e Ranuccio Ottoni, dagli architetti
Costantino e Giovan Battista da Lugano. Il palazzo rinascimentale è
antistante la Piazza Enrico Mattei e contribuisce a renderla
originale per la pluralità stilistica degli edifici che la
circondano. Sul retro è presente un cortile che, tramite una
loggetta aerea ancora presente, lo collegava a un'altra proprietà
della famiglia. |
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Loggetta degli Ottoni |
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Murales di Braccano |
IL VERDICCHIO DI MATELICA |
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È stato riconosciuto vino a DOC il 21 luglio 1967, per primo nelle Marche. La disposizione Nord-Sud della valle, la sinclinale camerte, impedisce l'arrivo degli influssi mitiganti marini generando un microclima mediterraneo-continentale caratterizzato da maggiori escursioni termiche dalla notte al giorno e dall'estate all'inverno. L'effetto di questo clima dà origine ad un'uva ricca di estratti, aromi primari, zuccheri e polifenoli, che si traduce poi in un vino dotato di un elevato corpo che conferisce una particolare attitudine all'invecchiamento. Il Verdicchio si presenta dal colore brillante, paglierino tenue, il profumo delicato con fragranze fresche e persistenti di frutta non completamente matura. Al sapore è asciutto, morbido, armonico, con retrogusto gradevolmente amarognolo. È presente anche in versione riserva, passito e spumante. Diverse volte si è classificato tra i primi bianchi d'Italia e d'Europa, negli appositi concorsi. |
TRADIZIONE E FOLCLORE |
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Chi percorre,
camminando o correndo, sette giri intorno alla fontana di piazza
Enrico Mattei, sotto la supervisione di un addetto
dell'Associazione Pro Matelica, viene premiato con la Patente da
mattu. Tale tradizione deriva da un'antica legge degli Ottoni,
che obbligava tutte le persone andate in fallimento a fare
dodici giri intorno alla fontana gridando: «Io ho ceduto alli
miei beni et per questo nisiuno mai più me creda». |
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Il vicolo Orfanelle, nel Centro Storico, è conosciuto dai più come vicolo Basciafemmine, ovvero baciafemmine. La sua natura tortuosa permetteva, infatti, di appartarsi non visti. |
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Le quattro statue che gettano acqua nella fontana di piazza Enrico Mattei sono posizionate in direzione dei punti cardinali e i matelicesi hanno dato loro affettuosi soprannomi: La Sirena a nord, Maccagnano a est, Biutino a sud e La Veloce a ovest. |