PESARO Parte Quarta


Testo e immagini: Wikipedia

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VILLA IMPERIALE
 

 

Villa Imperiale è un'antica dimora signorile extraurbana, posta sui rilievi collinari del Monte San Bartolo nei pressi della città di Pesaro, nelle Marche. Monumento del Rinascimento, fu costruita in due diverse fasi costruttive tra il XV ed il XVI secolo su progetto di Gerolamo Genga.
La denominazione deriva dal fatto che l'imperatore Federico III d'Asburgo, di passaggio a Pesaro nel 1469 alla volta della sua incoronazione a Roma, pose la prima pietra[1].
La prima costruzione fu avviata per volere di Alessandro Sforza. Nonostante avesse i caratteri di "luogo di delizia" fuori della città, manteneva caratteri formali caratteristici dell'architettura difensiva, come coronamenti merlati (successivamente eliminati) e torrette, come era consuetudine all'epoca.

 

Nel secondo decennio del XVI secolo il duca Francesco Maria I della Rovere e sua moglie Eleonora Gonzaga, che avevano riconquistato il ducato di Urbino dopo un lungo esilio a Cesena e Mantova, incaricarono l'architetto Gerolamo Genga di rinnovare ed ampliare l'edificio esistente, avendo deciso di tenere la corte a Pesaro.
L'ampliamento si configurò come un episodio architettonico autonomo rispetto alla preesistenza, con l'aggiunta di un corpo quadrangolare, con logge nei quattro lati e paramento murario in laterizio faccia a vista.Genga coordinò un vasto programma di decorazione della parte esistente, con la realizzazione di dipinti murali che coinvolsero, in varie fasi, molti artisti: Dosso e Battista Dossi, Raffaellino del Colle, Francesco Menzocchi e Agnolo Bronzino. Dietro al nucleo originario della costruzione fu organizzato un articolato sistema di giardini terrazzati con giochi d'acqua.

 

 
MONUMENTO ALLA RESISTENZA
 

 

Il Monumento alla Resistenza è un monumento di Pesaro, situato in un triangolo verde tra viale XXIV Maggio, viale del Risorgimento e il cavalcaferrovia Giorgio De Sabbata. Il luogo fu teatro di uno scontro a fuoco durante la seconda guerra mondiale tra partigiani e nazifascisti.
Pensato come luogo di adunanze, si definisce "monumento-giardino" in quanto è costituito da tre elementi insieme: una scultura di Nino Caruso una struttura architettonica (degli architetti Fausto Battimelli, Pauline Espagne e Carlo Biscaccianti) una zona alberata che le circonda Il monumento consiste in un grande "catino" circolare, leggermente ribassato rispetto al piano stradale, circondato da un muro formato da blocchi di pietra chiara del Furlo semplicemente appoggiati.
Su di esso poggia una scultura in lamiera d’acciaio dello spessore di sei millimetri, interrotta da un’apertura. Misura 35 metri di perimetro per 4/5 metri di altezza. Altri due muri si dipartono dalla zona centrale; uno contiene in piccolo la scritta "RESISTENZA". Intorno c'è una zona verde, con alti alberi di varie specie.

 
DOMUS VIA DELL'ABBONDANZA
 

 

L’Area archeologica di via dell’Abbondanza in centro a Pesaro (nota anche come Domus di via dell’Abbondanza) è stata scoperta nel corso di lavori edili nel 2004 e scavata fino al 2005; dal 2015 è accessibile al pubblico e fruibile con l'ausilio proiezioni multimediali.
L’odierna sistemazione è il risultato del progetto di lavoro a cura della Soprintendenza Archeologia delle Marche, del Comune di Pesaro e di Sistema Museo.
Si tratta di un esempio di abitazione signorile della prima età imperiale romana. Costruita fra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C., fu restaurata più volte e continuò a essere abitata almeno fino agli inizi del III secolo d.C.
 

 

Ai lati si aprivano le stanze riservate alla vita privata della famiglia, alle quali si accedeva attraverso importanti soglie a mosaico. I mosaici, tutti in bianco e nero, sono ampiamente conservati e costituiscono l’elemento più affascinante della casa.
Degli affreschi restano solo porzioni alla base di alcuni ambienti, ma numerosi frammenti sono stati rinvenuti negli scavi insieme a stucchi e a rare decorazioni in terracotta. Lo spazio meglio conservato è il peristilio, di cui restano le basi di colonne disposte lungo i lati interni, a margine delle canaline di raccolta dell’acqua piovana.

 

 

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