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PRIMA DEL TRANVE


   

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I testi e le fotografie sono tratti dal libro "C'era 'na volta el tranve". Il libro, stampato nel novembre 1996, racconta la storia dei trasporti della città di Ancona. Gli autori sono Sandro Censi che ha curato la ricerca fotografica e Giorgio Occhiodoro autore dei testi.

 

Nel 1880 Ancona contava più o meno trentamila abitanti. Negli ultimi vent'anni, dal 1860 al 1880, la città visse una storia intensa sia sul lato politico sia nello sviluppo dell'area urbana. Nel 1860, dopo la vittoria del Generale Cialdini sulle forze del Generale Lamoriciere nella famosa battaglia di Castelfidardo, completata con il bombardamento dei forti della città, le truppe pontificie si arresero ed abbandonarono il territorio. Episodio fondamentale per la conquista della città fu l'azione delle navi Carlo Alberto e Vittorio Emanuele che il 28 settembre del 1860 con spericolata manovra all'attacco del Forte della Lanterna, con le loro bordate fecero saltare in aria la polveriera ed il forte, seppellendo ben 125 artiglieri. Il Re Vittorio Emanuele II sbarcò il 3 ottobre successivo sulla banchina Lamoriciere che prese poi il suo nome, e si intrattenne sei giorni a Posatora, ospite della villa di Luigi Colonnelli, patriota del 1831.Il Re Vittorio Emanuele II sbarcò il 3 ottobre successivo sulla banchina Lamoriciere che prese poi il suo nome, e si intrattenne sei giorni a Posatora, ospite della villa di Luigi Colonnelli, patriota del 1831.

 

Lorenzo Valerio, eletto Commissario Straordinario del governo delle Marche.

 

 

Dopo l'annessione al Regno d'Italia fu eletto sindaco il Conte Michele Fazioli ma, data l'importanza che Ancona aveva per il nuovo Regno d'Italia (essendo l'unico porto dell'Adriatico da contrapporre a Venezia ancora sotto il dominio austro - ungarico) venne nominato Lorenzo Valerio Commissario Straordinario del Governo delle Marche. La città con regio decreto firmato dal Valerio, venne classificata "Piazzaforte di I classe" e come tale si procedette immediatamente al suo potenziamento difensivo. Vennero costruiti i forti Scrima, Garibaldi e Altavilla oltre a numerosi altri di minore importanza; riparate e rinforzate le difese a mare della città, migliorati i servizi del porto già potenziati nel 1859 con la costruzione, per ordine di Pio IX, del faro sul colle dei Cappuccini: a 124 metri sul livello del mare, dotato di apparecchiatura ottica Fresnel con una portata di 27 miglia con luce bianca a lampi. Durerà 100 anni.

 
 

3 ottobre 1860; scene di festosa accoglienza al Re Vittorio Emanuele II sbarcato alla banchina Lamoriciere che da quel giorno prese il nome del Re.

 

L'arsenale fu messo a disposizione della flotta italiana per riparazioni e ammodernamenti. Il costo della vita dell'epoca si può vedere dai prezzi di vendita di alcuni generi di abituale consumo.

 
     
    Carne di vario tipo, med. Lire 1.20 il Kg. Patate Cm. 15 il Kg.    
Pane in pagnotte Cm. 25 il Kg. Olio d'oliva Lire 1.30 il Kg.
Strutto e lardo Lire 1.40 il Kg. Vino Cm. 50 il Litro
Latte Cm. 30 il Litro Mattoni pieni Cm. 8 l'uno
Fagioli Cm. 30 il Kg. Carta sciugarina Cm. 50 a quinterno
     
 
La spesa annuale del comune per i 18 dipendenti più i 3 famigli (scieri) era di circa 20.000 lire.
 

Bella panoramica del fortografo Dietrich scattata il 3 agosto 1866 sulla città ed il porto dov'è ricoverata la flotta italiana, comandata dallì'Ammiraglio Persano, reduce dalla battaglia di Lissa.

 

 

I galeotti che il Comune utilizzava per le pulizia delle strade cittadine ricevevano 30 centesimi al giorno. I salari degli operai erano:

 
     
    Scalpellino Lire 2.68 al giorno    
  Falegname Lire 2 al giorno  
  Operai di prima Lire 2 al giorno  
  Muratore Lire 2.01 al giorno  
     
 

Ovviamente la giornata di lavoro si intendeva da "sole a sole", cioè dall'alba al tramonto! La situazione abitativa di Ancona era rimasta immutata entro la cinta muraria cinquecentesca che chiudeva la città dalla Cittadella al colle dei Cappuccini. Unici insediamenti fuori delle mura erano quello del Cardeto, all'esterno di Porta Calamo, e quello di Borgo Pio, poi quartiere Archi, sorto sulla Strada Nuova che, dopo la realizzazione di Porta Pia nel 1789, permetteva finalmente l'accesso alla città in piano, evitando la salita per Capodimonte. Nel 1861 l'Amministrazione Comunale decise l'ampliamento della città con un piano regolatore che prevedeva le realizzazione di una nuova cinta muraria che collegava il forte Cardeto alla lunetta S. Stefano e quest'ultima alla Cittadella in modo che l'anello difensivo e di controllo daziario fosse completo.

 
 

Piazza Cavour, inaugurata nel 1868, diede il via all'ampliamento vero la "Piana d'j orti" che si stendeva sul tracciato dell'attuale Viale Adriatico

 

La città Nuova, progettata a scacchiera secondo i nuovi dettami urbanistici, prevedeva la costruzione di una grande arteria che collegasse il porto alla Piazza Nuova (poi Cavour) e di conseguenza l'abbattimento delle vecchia cinta muraria del 1500. In verità non era prevista la demolizione di porta Calamo che si trovava dov'è oggi il palazzo con l'orologio, ma la porta, sembra in una notte, sparì: fu un lavoro enorme se si considerava che venne fatto tutto a mano con operai e carri a cavalli! Il materiale proveniente dalle demolizioni venne spianato e livellato per costituire il sottofondo di quella che poi diventerà piazza Roma; anche l'area dov'è collocata l'Arena Organari, nota prima per il gioco del pallone al bracciale poi per gli spettacoli teatrali estivi, subì la stessa sorte.

 

Questa foto è stata scattata da sopra la porta del Calamo verso la Cittadella. Sulla destra le cinquecentesche nura di cinta con due torri fra le quali si trovava l'Arena Organari che alternava, d'estate, il teatro di prosa col gioco del pallone al bracciale; in alto a destra la chiesa di S. Francesco ad Alto; a sinisra la Via S. Stefano tuttora esistente. Praticamente in quest'area, con la demolizione di mura, torri e Porta Calamo, è stata ricavata Piazza Roma.

 

 

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