I vini nelle marche |
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BACCO E' TRA NOI |
Bacco dal latino Bacchus nome dato nell'antica Roma al dio greco
Dioniso, figlio di Giove e Semele., era (ed è ancora!) venerato in
antichità come il dio del vino. |
Secondo la leggenda ella si incontrò segretamente con Zeus spacciatosi per un comune uomo mortale e ne fu conquistata. La gelosa Era però trasformatasi in una vecchia donna rivelò a Semele la vera identità di Zeus e la convinse a farsi mostrare dal dio le proprie reali sembianze. Di fronte al rifiuto di Zeus di smascherarsi, Semele negò il suo amore, il dio allora infuriatosi svelò il suo aspetto fra tuoni e folgori così forti che Semele svanì. Il bambino in grembo, Dioniso appunto, fu però salvato da Ermete e nacque in seguito dalla coscia di Zeus divenendo così un dio immortale. La vendetta di Era però doveva ripetersi sul giovane Dioniso. I Titoni furono infatti incaricati dalla dea di uccidere il giovane Dioniso che fu però salvato dalla nonna Rea madre di Zeus che gli ridonò la vita. Zeus allora affidò il figlio alle cure della regina Ino che per proteggerlo lo nascose nelle stanze delle donne. Anche questo nascondiglio fu scovato da Era, tant'è che per proteggere il figlio Zeus ordinò a Ermete di trasformarlo in un capretto. |
Dioniso fu poi portato presso il Monte Elicona per essere affidato e allevato dalle ninfe le quali nascosero il dio in una grotta e lo nutrirono con il miele. E fu proprio sul Monte Elicona secondo la leggenda che Dioniso, trovata una vite, inventò il vino. Da adulto Dioniso, secondo la leggenda e il mito, viaggiò molto per il mondo, conquistò e fondò numerose città in cui diffuse il vino e la viticoltura. Secondo la leggenda dunque il vino sarebbe stato inventato dal nostro amico Bacco sul Monte Nisa in Elicona. In realtà sebbene il vino fosse diffusissimo nell'antica civiltà greca pare che l'inebriante bevanda non fosse un'invenzione ellenica. Attente ricerche infatti hanno rivelato che le prime vendemmie siano da attribuire alle popolazioni che abitavano le montagne a ridosso della costa meridionale del Mar Nero. In questa zona infatti, a causa di particolari condizioni ambientali il vitigno selvatico cresceva spontaneo. |
Di lì poi il vino si diffuse rapidamente tramite
mercanti e viaggiatori nel bacino mediterraneo dalle prime
coltivazioni sulle colline dell'Elicona (di lì la leggenda della
creazione del vino) fino alla Libia e alla Palestina. La viticoltura
poi si diffuse con la stessa rapidità anche ad oriente, in India e
in Persia, parallelamente al culto del vino e a celebrazioni del
tutto simili alle baccanali. Più tardi sbarcò in Europa portato come
gustosa novità dai primi viaggiatori e dai mercanti stranieri.
Nelle pagine successive troverete una descrizione dei più importanti
vitigni coltivati nella nostra regione. |
COLLI PESARESI |
La denominazione
del sangiovese dei Colli Pesaresi è stata sostituita, nel 1995, da
"Colli Pesaresi". |
BIANCHELLO DEL METAURO |
Nella vallata del
Metauro si diffuse e si impose sin dal 500 a.C., un vitigno
denominato Bianchello o Greco Bianchello o Biancame. Si legge in
Tacito che il Bianchello fu la principale causa della sconfitta di
Asdrubale nella famosa battaglia del Metauro.
Si narra infatti che le truppe del generale cartaginese, nella calda
estate dell'anno 207 a.C., ebbre per il vino tracannato in grande
copia, furono sorprese dalle milizie romane di Claudio Nerone, Livio
Salinatore e Porzio Licinio, mentre tentavano di di guadagnare il
fiume Metauro. Roma fu salva, dunque, per merito del Bianchello?
Andiamoci piano, ma a parte le notizie storiche, resta il fatto che
il Bianchello sta oggi vivendo una felice stagione per la fama che
merita come piacevolissimo completamento di pasti a base ittica. |
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ESINO |
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Nato da una costola di prestigiosi vini, quali i due verdicchi, i rossi "Conero" e "Piceno", è entrato in produzione nel 1995. Quindi una denominazione d'origine controllata che è aggiunta a quelle tradizionali e che però si inserisce nel solco di tradizioni consolidate. Qusta DOC comprende quattro tipologie di vini: "Esino Bianco", "Esino Bianco Frizzante" "Esino Rosso"ed "Esino Novello". Il senso dell'introduzione di questa nuova DOC è legato all'esigenza di valorizzare una produzione qualitativamente valida ed affermata, che fino ad ora veniva ingiustamente penalizzata in quanto commercializzata come vino da tavola comune. Tutta la provincia di Ancona ed i territori della provincia di Macerata delimitati dai disciplinari di produzione del Verdicchio di matelica e del Verdicchio dei Castelli di Jesi, possono concorrere alla produzione della DOC "Esino". |