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ASCOLI PICENO Parte Seconda |
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Testi: Vikipedia.it |
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www.comune.ap.it | ||
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PIAZZA DEL POPOLO |
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Piazza
del Popolo è una nota piazza in stile rinascimentale
della città di Ascoli Piceno. Deve la sua denominazione
al Palazzo dei Capitani del Popolo, uno dei principali
edifici storici che, con la sua medioevale torre
merlata, occupa la parte centrale del lato occidentale.
Lo storico Antonio Rodilossi la descrive come «una delle
piazze più armoniose d'Italia, isola pedonale e cuore
del centro storico». È spesso definita come il salotto
cittadino, è il luogo simbolico per eccellenza della
città, dove da sempre gli ascolani s'incontrano e
passeggiano, ed ospita alcuni degli esercizi commerciali
storici della città. |
Nel tempo, la piazza è stata individuata anche con le denominazioni di platea superior, platea magna e delle scaje. Quest'ultima definizione che le fu attribuita indicava e descriveva la presenza delle numerosissime scaglie, (scaje in dialetto ascolano), di travertino che ne ricoprivano l'area durante la costruzione della chiesa di San Francesco, prodotte dagli scalpellini che lavoravano le pietre. |
Palazzo dei Capitani |
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Il Palazzo dei
Capitani del Popolo è uno degli edifici storici più noti di Ascoli
Piceno. |
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In seguito, ospitò anche i Podestà che avevano i poteri esecutivi, giudiziari e di polizia.[1] In alcuni documenti è definito come “Palactium Populi” ed individuato come la sede dei deputati dei ceti artigiani. Quando Ascoli divenne un libero comune la sua rappresentanza popolare divenne maggiore ed il palazzo fu individuato col nome di “Palactium Communis et Populi” o “Communis Antianorum”. |
Chiesa di San Francesco |
Chiostro di San Francesco |
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La chiesa nasce per ricordare la visita di San Francesco ad Ascoli Piceno nell'anno 1215 e del santo ne conserva il nome, pur essendo stata dedicata e consacrata, il 24 giugno 1371, a san Giovanni Battista dal vescovo Giovanni Acquaviva. L'onda emotiva generata dalla predicazione del poverello di Assisi scosse la vita e l'animo di molti ascolani tra cui trenta giovani che indossarono il saio e divennero seguaci del santo dando origine alla prima comunità francescana ascolana dei frati minori conventuali, alle pendici del Colle San Marco, già sede di eremitaggi sin dall'epoca benedettina; successivamente l'ordine ebbe un suo luogo di residenza più stabile, appena al di fuori delle mura cittadine, presso la zona di Campo Parignano. Nell'anno 1257 papa Alessandro IV ed il ministro generale san Bonaventura concessero ai frati l'autorizzazione di potersi trasferire all'interno della città e di poter alienare il loro precedente convento, ponendo fine ad un'accesa discussione con gli Agostiniani, che stavano insediandosi in un convento a breve distanza, e con il vescovo Teodino, che si opponevano fermamente alla nascita di un convento francescano entro le mura della città. |
Cattedrale di Sant'Emidio |
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La cattedrale
di Sant'Emidio, duomo della città di Ascoli Piceno dedicato a
Maria col titolo di "Madre di Dio" (Theotòkos), e al suo patrono
sant'Emidio, si trova in piazza Arringo, e rappresenta insieme
col Palazzo dell'Arengo il centro della vita cittadina nel
periodo comunale. Nel maggio 1857 papa Pio IX l'ha elevata alla
dignità di basilica minore. |
Interno della Cattredale |
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I ritrovamenti archeologici degli anni 1882 – 1883 dimostrano che la cattedrale fu edificata utilizzando i resti della basilica civile del foro romano identificati nelle sezioni più antiche della costruzione attuale come il transetto, le basi delle absidi semicircolari e, secondo alcuni, anche la cupola che risalgono, infatti, alla fine dell'VIII secolo o all'inizio del IX secolo. L'edificio civile di epoca romana misurava circa 32 metri di lunghezza e 13 di larghezza sviluppando un'altezza di 9 metri. Il suo corpo di fabbrica si componeva di tre absidi semicircolari e di tre ingressi orientati verso il Foro. |
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