ASCOLI PICENO Parte Seconda


Testi: Vikipedia.it 

www.comune.ap.it    

 

Pagina precedente

Pagina seguente

 

PIAZZA DEL POPOLO

 

 

Piazza del Popolo è una nota piazza in stile rinascimentale della città di Ascoli Piceno. Deve la sua denominazione al Palazzo dei Capitani del Popolo, uno dei principali edifici storici che, con la sua medioevale torre merlata, occupa la parte centrale del lato occidentale. Lo storico Antonio Rodilossi la descrive come «una delle piazze più armoniose d'Italia, isola pedonale e cuore del centro storico». È spesso definita come il salotto cittadino, è il luogo simbolico per eccellenza della città, dove da sempre gli ascolani s'incontrano e passeggiano, ed ospita alcuni degli esercizi commerciali storici della città.
La sua importanza è dimostrata anche dal fatto di essere il teatro degli eventi legati alle due più importanti e famose manifestazioni cittadine: il Carnevale e la Quintana, oltre che dei principali spettacoli musicali e teatrali.

 

Nel tempo, la piazza è stata individuata anche con le denominazioni di platea superior, platea magna e delle scaje. Quest'ultima definizione che le fu attribuita indicava e descriveva la presenza delle numerosissime scaglie, (scaje in dialetto ascolano), di travertino che ne ricoprivano l'area durante la costruzione della chiesa di San Francesco, prodotte dagli scalpellini che lavoravano le pietre.

 
   

Palazzo dei Capitani

     

Il Palazzo dei Capitani del Popolo è uno degli edifici storici più noti di Ascoli Piceno.
Con la sua medioevale torre merlata si eleva a fianco dello storico Caffè Meletti, nel cuore del centro cittadino, affacciato sul "salotto buono" di Piazza del Popolo.
Le vicende di questo imponente palazzo, simbolo del potere politico,[4] racchiudono gran parte delle fasi salienti della vita amministrativa, pubblica e sociale ascolana attraverso i secoli.
Fu eretto fra la metà del XIII ed il XIV secolo quando Ascoli raggiunse la sua massima espansione commerciale ed il Palazzo del Comune era diventato inadeguato per le nuove esigenze che si erano man mano costituite.[1] Sul finire del XIII secolo[5] fu la sede del Capitano del popolo, figura istituzionale delle amministrazioni locali di epoca medioevale, che rivestiva la carica di capo delle milizie ed esercitava il potere legislativo.

 

 

In seguito, ospitò anche i Podestà che avevano i poteri esecutivi, giudiziari e di polizia.[1] In alcuni documenti è definito come “Palactium Populi” ed individuato come la sede dei deputati dei ceti artigiani. Quando Ascoli divenne un libero comune la sua rappresentanza popolare divenne maggiore ed il palazzo fu individuato col nome di “Palactium Communis et Populi” o “Communis Antianorum”.

 

Chiesa di San Francesco

 

Chiostro di San Francesco

 

 

 

 

 

La chiesa nasce per ricordare la visita di San Francesco ad Ascoli Piceno nell'anno 1215 e del santo ne conserva il nome, pur essendo stata dedicata e consacrata, il 24 giugno 1371, a san Giovanni Battista dal vescovo Giovanni Acquaviva. L'onda emotiva generata dalla predicazione del poverello di Assisi scosse la vita e l'animo di molti ascolani tra cui trenta giovani che indossarono il saio e divennero seguaci del santo dando origine alla prima comunità francescana ascolana dei frati minori conventuali, alle pendici del Colle San Marco, già sede di eremitaggi sin dall'epoca benedettina; successivamente l'ordine ebbe un suo luogo di residenza più stabile, appena al di fuori delle mura cittadine, presso la zona di Campo Parignano. Nell'anno 1257 papa Alessandro IV ed il ministro generale san Bonaventura concessero ai frati l'autorizzazione di potersi trasferire all'interno della città e di poter alienare il loro precedente convento, ponendo fine ad un'accesa discussione con gli Agostiniani, che stavano insediandosi in un convento a breve distanza, e con il vescovo Teodino, che si opponevano fermamente alla nascita di un convento francescano entro le mura della città.

 

Cattedrale di Sant'Emidio

   
     

La cattedrale di Sant'Emidio, duomo della città di Ascoli Piceno dedicato a Maria col titolo di "Madre di Dio" (Theotòkos), e al suo patrono sant'Emidio, si trova in piazza Arringo, e rappresenta insieme col Palazzo dell'Arengo il centro della vita cittadina nel periodo comunale. Nel maggio 1857 papa Pio IX l'ha elevata alla dignità di basilica minore.
L'attuale edificio è il risultato di molti adattamenti e sovrapposizioni avuti tra il V ed il XVI secolo. Alcuni resti rinvenuti durante i lavori di restauro della cripta del 1967 dimostrano che il primo tempio fu costruito addirittura nel IV o V secolo su un preesistente edificio di epoca romana che Sebastiano Andreantonelli identifica come un tempio pagano dedicato forse alle Muse, mentre altri storici lo attribuiscono a Ercole o a Giunone.

 
   

Interno della Cattredale

     

I ritrovamenti archeologici degli anni 1882 – 1883 dimostrano che la cattedrale fu edificata utilizzando i resti della basilica civile del foro romano identificati nelle sezioni più antiche della costruzione attuale come il transetto, le basi delle absidi semicircolari e, secondo alcuni, anche la cupola che risalgono, infatti, alla fine dell'VIII secolo o all'inizio del IX secolo. L'edificio civile di epoca romana misurava circa 32 metri di lunghezza e 13 di larghezza sviluppando un'altezza di 9 metri. Il suo corpo di fabbrica si componeva di tre absidi semicircolari e di tre ingressi orientati verso il Foro.

 

Torna su