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LA VIA DEGLI EREMI |
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Un viaggio attraverso i luoghi che caratterizzano la nostra regione. | |
Le città, la cultura, l'arte e la cucina del territorio. |
Testo e Foto: Regione Marche Assessorato al Turismo |
Percorrendo il territorio marchigiano ci si trova immersi in un ambiente naturale ricco di storia, tradizioni, cultura ed arte. In un contesto naturale d'indiscutibile fascino e suggestione, che spazia dalle falesie strapiombanti a picco sul mare azzurro, fino alle ombrose faggete e ai selvaggi anfratti rocciosi della catena appenninica, è possibile ammirare un tesoro davvero sorprendente, costituito da oltre una cinquantina di grotte eremitiche ed eremi rupestri quasi sempre abbandonati. L'aspirazione all'essenzialità e alla spiritualità rappresenta una caratteristica della storia della popolazione marchigiana, il cui carattere schietto e leale ha consentito di mantenere nei secoli un intenso rapporto con i luoghi d'origine e con il proprio passato.Ben si adattano a questo stile di vita la semplicità e la profondità dei messaggi benedettino e francescano, entrambi profondamente radicati nella cultura regionale, le cui suggestive tracce si svelano ancor oggi al visitatore attraverso un colloquio confidenziale, in una scenografia di tronchi e rami, tra giochi di luce e raggi di sole. Si richiamava alla regola di San Benedetto (nato nella vicina Norcia intorno al 480), il monaco ravennate Romualdo, instancabile fondatore di eremi e cenobi nel territorio marchigiano e promotore, intorno al Mille, della Congregazione Camaldolese che tanto seguito ebbe nella regione. La sua radicale ricerca di Dio attraverso la via dell'eremo fu continuata e perfezionata da Pier Damiani nella solitudine di Fonte Avellana e da Domenico Loricato noto per le dure pratiche penitenziali a cui si sottoponeva. Anche l'osimano Silvestro Guzzolini, promotore nel XIH secolo della Congregazione dei Benedettini Silvestrini, prediligeva la quiete dei boschi e delle montagne, così come il camaldolese Paolo Giustiniani il quale, attratto da un ambiente tanto ricco di "irregolari di Dio", nel XVI secolo raggruppò molti monaci isolati nella Compagnia degli eremiti di San Romualdo, la Congregazione di Monte Corona. |
Nei Fioretti di San Francesco la Marca è definita come una provincia stellata, "a modo che il cielo di stelle, adornata di santi ed esemplari frati". Francesco d'Assisi soggiornò spesso nel territorio marchigiano: fu a San Leo, ad Ancona, a Fabriano, nell'Ascolano e nel Maceratese, lasciando ovunque tracce del suo passaggio. Nella dura lotta tra conventuali e spirituali seguita alla sua morte, i più intransigenti nella volontà di seguire integralmente il messaggio del Santo furono proprio i marchigiani, tra i quali il Beato Rizzerio della Muccia, Pietro da Macerata meglio conosciuto come San Liberato e Angelo Clareno. Tanto radicata rimase questa tendenza, che nella regione si stabilirono i frati dediti al culto di "Madonna Povertà", noti come Poveri Eremiti o Celestini (da Celestino V, il papa che li aveva favoriti) e qui trovarono rifugio, si pensi a Cupramontana, molti sostenitori dei Fraticelli, la setta eretica colpita dall'Inquisizione, fondata da Gioacchino del Fiore e promotrice di un ritorno della Chiesa all'originario spirito di povertà. Nel corso del XVI secolo Matteo da Bascio e i fratelli Tenaglia di Fossombrone, desiderando ritrovare l'originario rigore ascetico del Francescanesimo, diedero vita al movimento riformato dei Cappuccini che tennero il loro primo Capitolo nell'Eremo dell'Acquarella ad Albacina, nei pressi di Fabriano. Ma la vocazione alla vita contemplativa è ben più antica, se già nell'alto Medio Evo il Piceno divenne terra d'elezione dei monaci Farfensi e, nel XII secolo, i Cistercensi di San Bernardo, particolarmente attenti alla scelta dei siti, vollero come sedi delle proprie abbazie due località marchigiane, Chiaravalle tra le campagne della Vallesina e Piastra nella valle del Chienti. D'altronde il Preappennino marchigiano, ricco di montagne e colline, valli e corsi d'acqua, boschi e anfratti, gole, forre e grotte, ha sempre rappresentato una delle mete ideali per i Santi eremiti, veri protagonisti di questi luoghi, capaci ancor oggi di suscitare nei visitatori un'appagante sensazione di pace e serenità. |